Il termine sindromi atassiche (o atassie ereditarie) individua un gruppo di malattie genetiche rare spesso gravemente invalidanti, del sistema nervoso centrale, il cui sintomo principale è la progressiva perdita di coordinazione motoria (atassia).
La patologia colpisce inizialmente gli arti inferiori, per poi interessare gradualmente quelli superiori, l’emissione della voce e l’articolazione della parola (atassia della parola), l’udito, la vista e la muscolatura.
Tra le forme più diffuse troviamo l’atassia di Friedreich.
L’Atassia di Friedreich è una malattia che provoca appunto atassia, ovvero mancanza di coordinazione nei movimenti, dovuta a degenerazione del
midollo spinale e del cervelletto (un’importante “centralina di
controllo” del movimento). Si manifesta generalmente prima dei 25 anni
di età, più raramente (in circa il 15% dei casi) oltre quell’età.
La
malattia si manifesta con disturbi della coordinazione della posizione
eretta (atassia del tronco), dei movimenti (atassia delle estremità),
dell’articolazione della parola (disartria), associati ad altri segni
neurologici (abolizione dei riflessi, disturbi della sensibilità
profonda, segno di Babinski, piede cavo e scoliosi). Importanti
complicazioni extra-neurologiche sono rappresentate da diabete mellito e cardiomiopatia ipertrofica
che talora rappresenta la manifestazione all’esordio, specie nei
bambini più piccoli, anche quando i segni neurologici sono più sfumati.
Nella maggioranza dei casi, il sintomo iniziale è l’atassia alla deambulazione:
entrambe le gambe sono colpite e la marcia è progressivamente lenta e
goffa, fenomeno che spesso si manifesta dopo che si è sviluppata una
normale capacità di camminare. L’atassia può essere associata con
difficoltà alla stazione eretta e nella corsa. La malattia si evolve
progressivamente e dopo dieci/vent’anni la persona non è più in grado di
camminare autonomamente.